"𝕹𝖔𝖓 𝖕𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊 𝖒𝖆 𝖘𝖈𝖍𝖊𝖌𝖌𝖊".
Oggi vi parlo di "Schegge" scritto da Alfonso Zarbo , una piccola perla epic fantasy che può davvero incantare gli amanti del genere. Il libro comprende nove racconti suddivisi in tre filoni.
I primi quattro fanno parte del medesimo ciclo narrativo, "Ivory and Blood", e costituiscono la parte più consistente del romanzo, lo stile mi ha ricordato molto quello di "Il trono di spade", magia e forza bruta vengono sapientemente mescolate per offrirci da bere una storia memorabile, ma anche quello di "The Witcher", non chiedetemi perché, ma durante buona parte della lettura ho avuto la sensazione di vivere in un videogioco.
Nei quattro racconti di "Ivory and Blood" Alfonso ci presenta un ambiguo protagonista: Vortighern, un cacciatore di draghi tormentato da una tremenda maledizione, in battaglia svanisce il suo controllo su sé stesso e sopraggiunge un'incontrollabile furia omicida. Regalandoci uno scorcio sulla mitologia norrena, Vortighern diventa una sorta di berserker, i temibili guerrieri orso o lupo, non riuscendo più a distinguere differenze tra amici e nemici. Le vicende di Vortighern le leggiamo con piacere soprattutto nel primo e nell'ultimo racconto: "Il cacciatore di draghi" e "Il teschio del demone". I due racconti centrali invece, dai titoli altrettanto epici ed evocativi: "Anushiravan" e "Un cuore per abisso" vengono sapientemente collegati attraverso personaggi ed ambientazioni. Un protagonista ambiguo necessita di un villain ambiguo, che ritroviamo nel personaggio di Bleda, un'ambizioso guerriero del quale, grazie al cielo, ci viene raccontata la storia, il che lo trasforma in uno di quei cattivi che stanno estremamente antipatici ma che sono impossibili da odiare.
"𝖆𝖑𝖙𝖗𝖊 𝖘𝖈𝖍𝖊𝖌𝖌𝖊 𝖓𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖙𝖊𝖘𝖙𝖆"
Il secondo filone, il mio preferito, comprende quattro racconti autoconclusivi, originalissimi, diversificati e di forte impatto.
"Dalla parte della vendetta" è ambientato in una Roma devastata dall'apocalisse e ingaga il rapporto dell'uomo con la fede, concetto ripreso in "Il volere di Dio, la mano del diavolo", una splendida interpretazione del ciclo carolingio, ricco di spunti di riflessione mossi da una scrittura a tratti poetica. Uno dei pregi che ho trovato in questa raccolta è una mancanza effettiva di bene e male, per quanto ci siano, sono soggettivi. A questo fanno pensare i prigionieri pagani di quest'ultimo racconto, in ginocchio e legati nella polvere rossa, "𝕮𝖔𝖗𝖕𝖎 𝖎𝖓𝖈𝖆𝖙𝖊𝖓𝖆𝖙𝖎 𝖆𝖑𝖑𝖆 𝖑𝖊𝖌𝖌𝖊 𝖉𝖎 𝕯𝖎𝖔".
"𝕯𝖎𝖔 è 𝖚𝖓 𝖕𝖎𝖙𝖙𝖔𝖗𝖊 𝖇𝖊𝖋𝖋𝖆𝖗𝖉𝖔. 𝕯𝖆𝖑𝖑'𝖆𝖑𝖙𝖔, 𝖈𝖔𝖓 𝖘𝖕𝖗𝖆𝖟𝖟𝖎 𝖕𝖚𝖗𝖕𝖚𝖗𝖊𝖎, 𝖉𝖎𝖕𝖎𝖓𝖌𝖊 𝖛𝖎𝖘𝖎𝖔𝖓𝖎 𝖉𝖎 𝖚𝖓 𝖖𝖚𝖆𝖉𝖗𝖔 𝖔𝖒𝖎𝖈𝖎𝖉𝖆, 𝖆𝖋𝖋𝖗𝖊𝖘𝖈𝖍𝖎 𝖉𝖎 𝖘𝖆𝖓𝖌𝖚𝖊 𝖊 𝖉𝖎 𝖙𝖊𝖓𝖊𝖇𝖗𝖆 𝖗𝖆𝖋𝖋𝖎𝖌𝖚𝖗𝖆𝖓𝖙𝖎 𝖎𝖑 𝖘𝖊𝖓𝖙𝖎𝖊𝖗𝖔 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖛𝖊𝖗𝖎𝖙à 𝖊 𝖉𝖊𝖑 𝖉𝖔𝖑𝖔𝖗𝖊." , ma sarà di Dio quella voce che spinge Orlando ad uccidere con così tanta foga?
"𝕼𝖚𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖑𝖎𝖇𝖊𝖗𝖙à 𝖈𝖍𝖊 𝖛𝖔𝖑𝖊𝖛𝖆 𝖕𝖗𝖊𝖓𝖉𝖊𝖗𝖘𝖎 𝖘𝖔𝖑𝖔 𝖕𝖊𝖗𝖈𝖍é, 𝖆𝖌𝖑𝖎 𝖔𝖈𝖈𝖍𝖎 𝖉𝖎 𝕯𝖎𝖔 𝖊 𝖉𝖊𝖌𝖑𝖎 𝖚𝖔𝖒𝖎𝖓𝖎, 𝖉𝖔𝖛𝖗𝖊𝖒𝖒𝖔 𝖊𝖘𝖘𝖊𝖗𝖊 𝖋𝖗𝖆𝖌𝖎𝖑𝖎, 𝖎𝖓𝖋𝖊𝖗𝖎𝖔𝖗𝖎, 𝖉𝖔𝖒𝖆𝖙𝖊. 𝕸𝖎 𝖛𝖎𝖊𝖓𝖊 𝖉𝖆 𝖕𝖊𝖓𝖘𝖆𝖗𝖊 𝖆𝖑 𝖇𝖊𝖑𝖑𝖎𝖘𝖘𝖎𝖒𝖔 𝖛𝖔𝖑𝖙𝖔 𝖉𝖎 𝖑𝖊𝖎.
𝕮𝖔𝖒𝖊 𝖋𝖆𝖑𝖊𝖓𝖊 𝖓𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖕𝖔𝖑𝖛𝖊𝖗𝖊 𝖉𝖆 𝖘𝖕𝖆𝖗𝖔"
Il racconto che sicuramente mi rimarrà di più è senz'altro "Come falene nella polvere da sparo" al quale è ispirata la mia foto, racconto storico sui conquistadores spagnoli del 1600. Una scheggia di quelle che ti rimane nel dito per giorni quando urti un mobile di legno, quasi impossibile da togliere. Siamo su una nave diretta nel Nuovo mondo, pane per i miei denti, sembra che i conquistadores non abbiano alcuna pietà per gli indios, in nome di una fede che sembra quasi a tutti indispensabile. Un inno al diverso, in più di un senso, alla libertà, al desiderio. Movimentato, travagliato, commovente, divertente, avrei voluto un intero libro su questo racconto.
Segue "Maelström", il mio secondo preferito, che si propone di raccontare la leggenda norrena dei gorghi infernali causati dalle maree in Norvegia; ho amato questo racconto perché sembra proprio una fiaba da raccontare ai bambini vichinghi davanti ad uno scoppiettante fuoco in una notte di luna piena.
Infine abbiamo "Notte di lame a Tempofosco", terza parte della serie Epic fantasy "Ivengral saga", devo assolutamente recuperare le prime due. Qui trovate elfi, nani e creature del fantasy classico, se amate il genere.
Se non l'avete ancora capito il libro mi è piaciuto moltissimo, ho deciso di leggere un racconto al giorno e mi ha tenuto piacevolmente compagnia per un po' di tempo. La stile di scrittura è scorrevole e divertente, il che non toglie un'invidiabile capacità tecnica. Alcuni passi sono veramente delicati e suggestivi, altri sono movimentati, chiassosi e costringono il lettore a trattenere il fiato. Questi nove racconti sono piccole schegge di fantasy, qualcosa di forte per chi cerca spade, sangue, magia, avventura, amore, odio. Se trovate il mondo un po' troppo noioso e volete esplorarne altri, arruolatevi e salpate verso questa avventura.