lunedì 7 settembre 2020

"E l'oceano era il nostro cielo" di Patrick Ness


 Oggi parliamo di "E l'oceano era il nostro cielo", romanzo per ragazzi di Patrick Ness. 

Di suo avevo letto "Mentre noi restiamo qui" e devo dire che non mi era piaciuto, anche se dopo aver letto entrambi ho capito che non cerca mai una via facile per far comprendere i suoi messaggi. Questo romanzo, a differenza del primo, mi ha stupito moltissimo. Arrivata alla fine ho dovuto fermarmi per cercare di comprendere tutte le metafore che l'autore ha cercato di trasmettere. Forte testimonianza del fatto che a volte i libri per ragazzi possono rappresentare dei validi spunti di riflessione anche per gli adulti e che non vanno trattati con snobismo e sufficienza. 


Si tratta di un retelling del classico Moby Dick, anche se si discosta abbastanza dal romanzo di Melville.

Questa è la storia di Batsheba, un'apprendista cacciatrice, ricopre questa posizione a causa di una profezia imposta da sua nonna, eppure si convince che sia la scelta giusta anche in seguito alla morte della madre. Ha la fortuna di essere sotto il comando della grande Capitana Alexandra, balena che ha un conto in sospeso con il famigerato Toby Wick, demonio tra gli uomini. L'uomo più malvagio, flagello dei mari e assassino di balene è proprio lui, Toby Wick, e la profezia dice che saranno la Capitana Alexandra e le sue apprendiste ad eliminarlo.


Uno degli aspetti più interessanti di questo romanzo sono certamente le contrapposizioni, il mondo delle balene è speculare al nostro, per loro l'abisso non sono le profondità dell'oceano ma il pelo dell'acqua, il confine con il mondo degli uomini. Una citazione del libro lo spiega molto bene: "𝓛'𝓪𝓫𝓲𝓼𝓼𝓸 𝓼𝓲 𝓼𝓽𝓮𝓷𝓭𝓮𝓿𝓪 𝓼𝓸𝓽𝓽𝓸 𝓭𝓲 𝓷𝓸𝓲, 𝓮 𝓵'𝓸𝓬𝓮𝓪𝓷𝓸 𝓮𝓻𝓪 𝓲𝓵 𝓷𝓸𝓼𝓽𝓻𝓸 𝓬𝓲𝓮𝓵𝓸".


Bathsheba è cresciuta odiando e cacciando gli umani, non le è stato insegnato altro. Perché hanno ucciso sua madre, perché sono dei demoni, perché è giusto essere non solamente vittime ma anche carnefici, un confine sottile e una scusa usata troppo spesso. Ma la guerra si combatte con la guerra. 

Gli uomini cacciano le balene e le balene cacciano gli uomini: è stato così fin dalla notte dei tempi. 

Non ci sono domande da porre: è così e basta. Ma cosa succede quando ad una balena vengono dubbi? Cosa succede quando una balena, nonostante gli insegnamenti ricevuti, si ritrova a pensare che un umano (Demetrius) non è poi così cattivo come lo sono tutti gli altri? Cacciamo davvero per non essere cacciati oppure cacciamo perché ci piace farlo, perché il diverso fa paura? Perché, in fondo, siamo demoni anche noi? Pensare con la propria mente può essere la chiave per il cambiamento.


E questo Toby Wick chi è? Perché incute così tanta paura alle balene e agli umani? Non è mai stato visto, si conosce solo grazie alle dicerie. E, soprattutto, Toby Wick esiste davvero o è solo una metafora, un mito, un demonio creato da anni e anni di paure e incomprensioni annidate nella mente di uomini e balene? Patrick Ness non ce lo dice, mossa azzardata per un libro per ragazzi, o forse ha nascosto sapientemente il messaggio.

Quel pelo dell'acqua che separa i due mondi, dove vive quel demone che li spaventa entrambi, una leggenda nociva che va estirpata "𝓟𝓮𝓻𝓬𝓱𝓮' 𝓭𝓮𝓶𝓸𝓷𝓲 𝓬𝓲 𝓼𝓸𝓷𝓸 𝓷𝓮𝓵𝓵𝓮 𝓹𝓻𝓸𝓯𝓸𝓷𝓭𝓲𝓽𝓪' 𝓶𝓪 𝓫𝓮𝓷 𝓹𝓮𝓰𝓰𝓲𝓸𝓻𝓲 𝓼𝓸𝓷𝓸 𝓺𝓾𝓮𝓵𝓵𝓲 𝓬𝓱𝓮 𝓬𝓻𝓮𝓲𝓪𝓶𝓸 𝓷𝓸𝓲".


Un libro forte, accompagnato fedelmente dalle tavole profondamente evocative di Rovina Cai, senza le quali non avrebbe lo stesso mordente.

Ve lo consiglio se volete mettervi alla prova con qualcosa di diverso, se siete attenti ai temi ambientali, se amate plasmare i libri sui temi attuali e viceversa.


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